Di seguito un articolo riguardante le scarpe Astorflex.
Ricordo che in alcune occasioni si possono trovarle al MERCATINO BIOLOGICO PARCO VERDE – Loc. OLMI QUARRATA (PT) a cui partecipa anche il nostro GASCEC di Montemurlo
(Articolo tratto da Il Cambiamento )
Quali sono i materiali che scegliete per realizzare le vostre scarpe?
I
materiali con cui realizziamo le nostre scarpe rispondono alla
filosofia che governa il progetto: sono rispettosi della salute dei
piedi mantenendo l'equilibrio fisiologico della cute, rispettano
l'ambiente perché poco energivori, non inquinanti, non influiscono sulla
salute degli addetti alla loro produzione, non producono residui
chimici, ci permettono il riuso a fine ciclo vita della scarpa. Le
esigenze sono evidentemente ambiziose e mentre noi pretendiamo molto, il
mercato delle materie prime ci offre meno di quello che chiediamo.
Questo perché non rappresentiamo ancora un mercato appetibile in termini
di numeri. Questo non ci scoraggia, infatti abbiamo cercato tutti i
materiali che, nel mercato, rispondono alle caratteristiche descritte e
se non li abbiamo trovati in alcuni casi ce li siamo costruiti. La
ricerca più impegnativa è stata quella che riguarda le pelli perché sul
mercato molte sono pelli descritte come vegetali ma poche sono prodotte
con procedimento lento ed in vasche a terra con tannini di mimosa,
castagno e quercia. Poi abbiamo scelto suole in gomma naturale cioè il
famoso caucciù (la linfa che produce l'albero della gomma per
cicatrizzare le ferite inferte sulla corteccia), che ci permette di non
produrre scarti per l'ambiente e recuperarlo alla fine della vita della
scarpa.
La pelle e la suola sono il 98% della scarpa. Ed è lì che
è concentrato il nostro massimo sforzo di ricerca. Per esempio non
esiste la pelle scamosciata conciata al vegetale, tutte quelle che
troviamo sul mercato sono a base di cromo, pertanto abbiamo studiato con
la conceria Itaca di Ponte Egola (Pisa) come realizzare uno scamosciato
a concia vegetale e ci siamo riusciti. Ora da un anno stiamo
sperimentando questa nuova pelle su metà del nostro campionario per
sincerarci se ci sono limiti nell'uso, ma fino ad ora tutto ha risposto
perfettamente alle nostre aspettative. Comunque i piedi che calzano le
nostre scarpe stanno sempre a contatto con pelli bovine (non di maiale
come molte scarpe convenzionali), conciate al vegetale e non colorate,
in modo da eliminare ogni inquinamento del piede da cromo e da coloranti
chimici e quindi preservarlo da tutte le forme di allergie. Inoltre le
pelli che usiamo, per lo speciale tipo di concia non producono gli
sgradevoli odori che le nostre scarpe convenzionali emettono dopo
l'uso. Anzi, assorbono bene il sudore e poi, quando vengono tolte e
lasciate a riposo, lo lasciano evaporare preparandosi così all'uso
successivo.
Quanto conta il nesso tra calzature e salute nella vostra produzione?
Il
nesso è fondamentale, vogliamo che le nostre scarpe non diano alcun
fastidio al piede dal punto di vista della salute della cute e della sua
capacità di assorbire prodotti chimici. Non solo, sappiamo che vi sono
piedi che sudano molto e che devono calzare scarpe che assorbono bene.
Quali
sono le caratteristiche che rendono le scarpe Astorflex particolarmente
adatte a salvaguardare la salute e il benessere della persona che le
indossa?
La pelle bovina è sempre stata la migliore
perché ha notevoli caratteristiche di assorbimento. In generale, per le
scarpe convenzionali, vengono usate pelli di maiale che sono grasse e
non assorbono il sudore come quelle bovine. Oltre tutto le pelli di
maiale sono tutte conciate al cromo, non si trovano sul mercato a concia
unicamente vegetale. Le nostre invece sono conciate con tannini di
mimosa, castagno e quercia, non sono colorate e non temono alcun sudore.
Soprattutto i bambini che sudano molto che hanno provato le nostre
scarpe, hanno mostrato ai loro genitori che il piede esce sempre
asciutto dalle nostre scarpe.
Abbiamo inoltre tentato di risolvere
il problema di chi soffre di alluce valgo: costruiamo scarpe da donna
che hanno la pelle raggrinzita nella zona dolorosa dell'alluce. Il
comfort deriva dal corretto distendersi della pelle attorno all'osso che
sporge, evitando dolorose compressioni. Per queste scarpe i materiali
sono sempre a concia vegetale.
I sali di cromo, con cui si
conciano quasi tutte le pelli che noi portiamo, hanno due valenze
chimiche: l'esavalente ed il trivalente, la prima è vietata perché
cancerogena mentre la seconda è ammessa nella concia perché meno
dannosa. Ma le prime fasi di concia oggi vengono spesso fatte all'estero
con gravi mancanze di controllo su come si opera. Ecco perché sono
aumentate di molto le allergie da cromo. Da quando usiamo nelle nostre
scarpe le pelli conciate come descritto sopra abbiamo avuto esperienze
di persone che hanno risolto molti dei loro problemi di allergia.
Collaboriamo anche con podologi che ci indicano quali caratteristiche dare alle scarpe.
"I Gas ci ordinano le scarpe perché le conoscono e le hanno già provate, oppure ci organizzano mercatini"
Che politiche avete scelto per la distribuzione delle vostre calzature e perché?
Le
nostre pelli costano mediamente sette volte di più di quelle di maiale
per fodera ed in generale molto di più di tutte quelle conciate al
cromo. Però noi abbiamo un vantaggio competitivo: la nostra
distribuzione costa molto meno di quella convenzionale e quindi pur in
presenza di materiali molto costosi le nostre scarpe hanno prezzi
popolari e tutti se le possono permettere. Non usiamo marchio e quindi
non dobbiamo sostenerlo con la pubblicità a tutto vantaggio degli
investimenti in qualità. Pensiamo che il marchio serva a distorcere la
relazione commerciale fra produttore e consumatore e quindi è uno
stratagemma da non usare visto che alla fine lo paga il consumatore
rimettendoci in qualità e in trasparenza, oltre che in denaro.
Insomma,
se usassimo la normale filiera di vendita (uso del marchio,
distribuzione attraverso negozi di alta gamma, ecc.) le nostre scarpe
costerebbero molto. Ma noi siamo partiti con l'ambizione che tutti e non
solo le élite possano comperarle. Di conseguenza abbiamo scelto la
distribuzione più adatta e se non esisteva ce la siamo inventata:
1.
Attraverso gruppi di acquisto, i famosi Gas, che sono gruppi di
famiglie che si organizzano per comperare i prodotti di prima necessità
direttamente dai produttori. Essi o ci ordinano le scarpe perché le
conoscono e le hanno già provate, oppure ci organizzano mercatini
temporanei in luoghi appropriati, dove possiamo esporre e dove chiunque
può venire a provarle e poi acquistarle se vanno bene. Il mercatino si
chiama "temporaneo" perché dura 4 o 5 ore, di solito inizia alle 17 e
finisce alle 22. Arriviamo con un furgone colmo di scarpe. Le
scarichiamo nell'ambiente scelto dal gruppo che organizza e cominciamo
il mercatino. Distribuire in questo modo costa il 30% del costo finale
del prodotto. Nella normale distribuzione il costo è spessissimo
dell'80% e più.
2. Attraverso i negozi dell'Equo-Solidale che, spesso gestiti da volontari, garantiscono bassissimi ricarichi ai beni venduti.
3.
Attraverso negozi di calzature o abbigliamento che ci contattano perché
stanchi dei marchi e delle angherie che impongono. Essi così decidono
di ricaricare molto meno per avvicinarsi a realizzare la loro funzione
che è quella di distribuire in modo efficiente beni di valore intrinseco
elevato. A questi negozi noi offriamo un magazzino sempre fornito di
scarpe, li liberiamo dalla necessità di fare acquisti pesanti per le
loro finanze, così facendo il magazzino dell'invenduto di fine stagione
non diminuirà i guadagni ridotti che hanno. Purtroppo il continuo
cambiamento dei prodotti a causa della moda che incombe, rende sempre
più rischiosa la loro funzione distributiva. Quindi facendo noi da
magazzino e garantendo un'alimentazione immediata delle scarpe
necessarie, solleviamo i negozi da investimenti pericolosi.
4.
Attraverso nuove forme distributive legate a cooperative che mettono a
disposizione locali che noi prendiamo in affitto assieme ad altri
produttori di abbigliamento, dividendo la spesa in modo che essa diventi
sopportabile per le nostre finanze e per quelle del nostro cliente.
All'interno di questi spazi la politica dei prezzi la facciamo noi,
contenendola al minimo indispensabile. Si creano insomma sinergie fra
piccole realtà produttive attraverso associazioni o cooperative che ci
mettono lo spazio e l'idea gestionale. In questi luoghi si trovano,
suddivisi per aree tematiche, produttori di abbigliamento, di
arredamento, di cosmetici, di giocattoli, di frutta e verdura, negozi
che distribuiscono prodotti sfusi, bar e ristoranti e spesso sale per
convegni e incontri. Insomma, luoghi di relazione e di cultura che
svolgono la funzione di ricostruire alleanze fra produttori e
consumatori ponendo alla loro base la conoscenza e la trasparenza delle
filiere.
5. Attraverso negozi gestiti da consorzi di produttori
che si uniscono avendo in comune lo stesso bisogno: arrivare ai propri
clienti senza infingimenti, con trasparenza e lealtà, spendendo poco per
pesare meno sul costo finale dei prodotti.
La nostra è una strada fatta di sperimentazioni, stimolante e completamente nuova.
Per saperne di più:
Il sito di Astorflex
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